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Grandi cucine, l’eccellenza è firmata Grandimpianti

Grandimpianti, società di Ali Group, è leader nel settore hospitality (e non solo),
per la fornitura di apparecchiature che innalzano la ristorazione a livello di eccellenza.
Progetti chiavi in mano, filosofia tailor made e costante ricerca di qualità sono alcuni dei suoi punti di forza,
Ecco perchè i grandi brand dell’hôtellerie la premiano, scegliendola e arricchendo di successi i suoi quasi 60 anni di storia.
HotelmyPassion intervista il General Manager Alessandro D’Andrade

 

Dietro ogni piatto – che si tratti di un ristorante stellato o di una pizzeria – c’è sempre una lunga storia, fatta di ingredienti, saperi e creatività. E di professionalità. Quella degli chef, certamente, e delle loro brigate, così come della filiera dei produttori di materie prime. Ma dietro le quinte di una cena ben riuscita c’è anche il talento di chi mette gli addetti ai lavori in condizione di creare arte che coinvolga tutti i sensi, fornendo tela e pennelli per restituire al mondo un capolavoro.

È ciò che dal 1965 fa Grandimpianti la società parte di Ali Group specializzata nel fornire agli hotel – così come a ristoranti e attori della ristorazione collettiva, fino ai nuovi format della ristorazione veloce – tutti gli strumenti per una cucina d’eccellenza. Con quasi 60 anni di esperienza nel settore contract e engineering, Grandimpianti offre servizi e progetti chiavi in mano che hanno conquistato i più grandi brand nel mondo dell’hôtellerie: da Rocco Forte ad Armani passando per Marriott, Radisson, Hilton, Mama Shelter e tanti altri. Raccontando così, in una sola frase, quanto sia vero il modo di dire “dimmi chi ti sceglie, e ti dirò chi sei”.

HMYP: Alessandro D’Andrade, lei di Grandimpianti è il General Manager. Le referenze raccontano bene la portata dei vostri lavori e la vostra idea di eccellenza. Ma i servizi che offrite sono “destinati” soltanto all’extralusso?

A.D.A.: Niente affatto, siamo felici di essere in grado di offrire soluzioni chiavi in mano e su misura a clienti che operano in tutti i rami del food&beverage, dal ristorante stellato alla gelateria, dalla mensa aziendale ai nuovi format della ristorazione veloce QSR. Poi certamente seguiamo da vicino anche il segmento del lusso, ospitalità compresa.

HMYP: Quanto pesa il segmento alberghiero sui vostri volumi di lavoro?

A.D.A.: Oggi l’hôtellerie assorbe il 35-40% del nostro operato. Tutto il resto riguarda la ristorazione commerciale e quella collettiva, che porta con sé le società di ristorazione: parliamo di scuole, università, ospedali… seguiamo anche tutta quella fascia di clientela, dalla progettazione al post-vendita.

HMYP: Qual è la tipologia di progetto che vi viene più richiesta dagli hotel?

A.D.A.: Normalmente i progetti che seguiamo abbracciano tutte le aree della ristorazione di una struttura, dall’allestimento delle attrezzature in cucina agli spazi di bar e lounge, passando per i ristoranti, che siano alla carta o da buffet e colazione. Poi non mancano i casi di hotel che mettono in gara solo una parte delle loro infrastrutture F&B, ad esempio il rooftop. È il caso di Mama Roma, format di Accor originale e divertente sul quale abbiamo lavorato molto bene.

HMYP: La tendenza a sviluppare la ristorazione anche ai piani alti degli hotel sta prendendo sempre più piede, me lo conferma?

A.D.A.: Sì, è uno dei trend che rileviamo, specie in città come Roma, dove il panorama dai rooftop è davvero un plus importante e diventa un vero e proprio servizio aggiuntivo. Non sono pochi coloro che scelgono di aprire gli spazi ristorativi allestiti sul roof anche agli ospiti esterni all’hotel, perché sono in grado di fare la differenza anche in termini di fatturato.

HMYP: Qual è il progetto alberghiero che le ha dato più soddisfazione?

A.D.A.: Sono tanti. Mi viene in mente quello realizzato per Villa d’Este a Cernobbio, da un lato per il grande prestigio della struttura e dall’altro per il suo elemento di sfida: è stato un lavoro portato a termine con pieno successo in soli tre mesi. Per fare un altro esempio, al 25hours di Firenze gli spazi erano più ridotti, essendo una struttura storica, ma abbiamo ottenuto un risultato ottimo, così come al Velabro di Roma.

HMYP: Il vostro core business è ben radicato in Italia, mi pare di capire.

A.D.A.: Sì, come divisione operiamo prevalentemente in Italia, anche se abbiamo portato a termine delle realizzazioni a Londra per Prada e a Parigi con il Bistrot Armani, dopo aver realizzato l’Hotel Armani di Milano.

HMYP: Che idea s’è fatto degli albergatori italiani? Tendono ad affidarsi o vogliono comunque sempre dire la loro?

A.D.A.: Quando capiscono di avere di fronte a sé persone in grado di farli lavorare meglio e di ottimizzare la rendita della loro parte ristorativa con una struttura davvero funzionale, gli albergatori italiani ci danno molta fiducia. Si rendono subito conto dei livelli di professionalità nella gestione di ogni parte del lavoro, compresi i flussi, l’ergonomia e gli spazi. È fondamentale creare una sintonia anche con gli chef e i F&B manager: in fondo parte del nostro lavoro è aiutarli a sviluppare la loro idea di ristorazione, il loro format.

HMYP: Qual è la frontiera in fase di sviluppo nel vostro settore?

A.D.A.: L’evoluzione oggi sta tutta nella tecnologia applicata al F&B. Parlo dei sistemi di controllo e gestione delle attrezzature, dell’assistenza in remoto, del monitoraggio dei costi e della funzionalità, anche in chiave HACCP, del risparmio energetico. Ad esempio, l’aspirazione è uno degli aspetti fondamentali. Oggi ci sono dei sistemi con lampade UV ad ozono che riescono a risolvere molti problemi in cucina, e tecnologie che modulano le portate di aspirazione delle cappe, in funzione delle necessità del momento. Tutti aspetti che aiutano ad affermare in cucina una reale sostenibilità, anche economica. Specie perché parliamo di attrezzature energivore, sulle quali il monitoraggio aiuta ad abbattere i picchi energetici anche del 50% sulle potenze installate.

HMYP: Qualche anticipazione sui vostri nuovi progetti alberghieri in pipeline?

A.D.A.: Le possibilità sul tavolo sono tante, ma preferisco non anticipare nulla. Diciamo che certamente lavoreremo ancora in grandi città turistiche come Roma, Firenze, Venezia e in regioni come la Sardegna.

 

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