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L’albergo del futuro: flessibile, tecnologico e poliedrico

L’albergo del futuro

L’Ufficio Studi Gabetti in collaborazione con Federalberghi ha realizzato il report “L’hospitality del futuro: tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero in Italia” per scoprire
come sarà l’albergo del futuro alla luce delle nuove dinamiche emerse a seguito dell’emergenza Covid-19

L’albergo del futuro dovrà tendere a essere uno spazio liquido e poliedrico, capace di trasformarsi rinnovando contenuti e funzionalità per generare nuovo valore sociale ed economico.

È il quadro che emerge dal report “L’Hospitality del futuro: tendenze, prospettive e opportunità del settore alberghiero in Italia”. é stato realizzato dall’Ufficio Studi Gabetti, in collaborazione con Federalberghi e il patrocinio di ENIT, Assoimmobiliare e Fondazione Università Ca’ Foscari.

Come cambia l’albergo
L’hotel non sarà più utilizzato solo per pernottare o per un meeting, ma anche come luogo in grado di offrire servizi innovativi e qualificati come:

• spazi e servizi per lo smart working;

• spazi sociali ideali per rilassarsi o incontrare altre persone;

• zone per il relax psico-fisico;

• spazi polifunzionali trasformabili per eventi;

• bar e ristoranti con un’offerta variegata h24;

• servizi per il tempo libero e per lo sport.

Le tipologie emergenti

Lo sviluppo delle strutture ricettive in futuro si orienterà verso alcune tipologie. In ambito alberghiero:

• aumento del divario tra le varie categorie;

• concentrazione dell’offerta sui due macro-segmenti “estremi”: hotel di lusso e hotel “economici”, con conseguente crescita per i budget hotel di moderna concezione (gli hotel-hostel di livello superiore), seguiti dai boutique & design hotel e dagli hotel economici (i cosiddetti affordable luxury)

• evoluzione del segmento “centrale” (hotel 3 e 4 stelle) sempre più orientato a ridefinire la propria offerta in relazione alla location, alla dimensione e al target di clientela.

Per quanto riguarda l’albergo del futuro, le tipologie che cresceranno maggiormente, in proporzione, saranno gli alberghi di lusso e i nuovi budget hotel. Quelle che invece prevedibilmente caleranno riguardano gli hotel caratterizzati da clientela “solo business” e quelli ubicati nelle periferie urbane non rigenerate.

Investimenti carenti e troppa burocrazia
«Il patrimonio ricettivo nazionale non ha eguali al mondo: è leader per numero di posti letto in Europa, vanta una invidiabile diversificazione nell’offerta e conta il maggior numero di alberghi di lusso – dichiara Emilio Valdameri, responsabile Hospitality&Leisure Italia del Gruppo Gabetti –. È però generalmente poco allineato con la rapida evoluzione della domanda, a causa della carenza di investimenti negli ultimi anni dovuta spesso alla notevole difficoltà, da parte degli operatori, di districarsi fra norme e burocrazia soprattutto in campo edilizio».

Servono sostegni per il settore
«Accessibilità, qualità, sostenibilità, digitalizzazione – dichiara il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – sono le parole chiave che devono ispirare l’azione di rilancio della destinazione Italia. Con il Decreto Agosto è stato rifinanziato il credito di imposta per la riqualificazione ed il miglioramento delle strutture ricettive turistico-alberghiere, comprese le strutture termali che rivestono un ruolo di primaria importanza. A Governo e Parlamento chiediamo di estendere alle imprese alberghiere l’applicazione dell’ecobonus e del sisma bonus al 110%. A Cassa Depositi e Prestiti di supportare l’emissione di bond di lungo periodo per finanziare programmi di investimenti».

Le previsioni
Il centro studi di Federalberghi stima per il 2020 un calo delle presenze complessivo del 56,1% ovvero circa 245 milioni di presenze totali perse. Questo soprattutto a causa del calo del 74% delle presenze di non residenti e del 37,9% di quelle italiane.

Per i prossimi 2/4 anni, le previsioni indicano una crescita progressiva con un ritorno ai risultati conseguiti nel 2019.

La variabile tempo dipenderà dalla diffusione del vaccino anti Covid-19, che dovrebbe permettere un ritorno alla normalità sanitaria a partire dal prossimo anno. Dal 2024/2025 in poi è ragionevole pensare che, se non interverranno altri fattori dirompenti, i flussi turistici riprenderanno la loro naturale evoluzione.

Per info
www.federalberghi.it

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