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L’Albereta. Il fascino di una locanda d’autore in Franciacorta

 

albereta

Milano – Erbusco. Dalla città tentacolare a un piccolo puntino perso tra le colline di Franciacorta. Destinazione l’Albereta.
È questa la nostra casa perfetta.
Non perché sia un cinque stelle lusso tra i conosciuti e riconosciuti a livello internazionale ma perché nel tempo ha saputo mantenere fieramente intatto il suo spirito di locanda d’autore con cui, vent’anni fa, è stata concepita dalla famiglia Moretti.
Ogni volta che riesco a ritagliarmi un po’ di Albereta riscopro il significato della parola benessere nel senso più ampio del termine. E con me tutti gli altri Albereta-holic. Ormai siamo un piccolo clan. Ci ritroviamo spesso. Consigliamo la casa agli amici e appena possiamo, eccoci qui.
Lo stesso Matteo, il direttore, una volta ha confessato: “Anche se sono in struttura praticamente ogni giorno da molti anni, sono il primo a subirne il fascino”
L’Albereta è una grande dell’ospitalità internazionale, ma, per antitesi, anche una giovane ventenne. È carica di freschezza ed è questo il suo punto di forza, riassumibile in una formula semplicissima e cara a chi questa casa dell’ospitalità la conosce nell’anima.

“Quello che vedi è quello che avrai”

Immaginate la tenuta di un grande proprietario terriero. Atmosfere di altri tempi, ricreate però da un raffinato gusto per la contemporaneità e le sue forme.
Persino l’ascensore diventa un dettaglio raffinato.
Un profumo, caldo e delicato, che sa di pulito, che si respira ovunque.
Tanti luoghi – la Sala Biliardo, la Sala Scacchi, la Sala Lettura, il Library Bar, le Terrazze, La Sala delle Feste, che può ospitare fino a 190 persone – tutti raccolti dove l’hi-tech c’è ma è abilmente nascosto e dove nulla appare convenzionale, canonico.
Aria di casa. Comfort, lusso, emozione e sogno. Un sogno di piacevole evasione.
Peccato di gola e benessere celestiale.
Il frizzare leggero di un calice di bollicine, il bloo bloo dell’idromassaggio che ti culla fino a farti addormentare in vasca.
Uno zafferano in foglia d’oro, un fango rigenerante a diverse temperature che riattiva la circolazione.
Da una parte Gualtiero Marchesi, icona della grande cucina italiana, dall’altra Henri Chenot, maestro del bien-etre. Così diversi, così complementari nelle rispettive arti.
Qui ad Erbusco c’è il quartier generale e il laboratorio creativo di entrambi.
Gualtiero Marchesi rivisita la tradizione gastronomica del territorio. Henri Chenot, in un mondo di bien – être imperante e sempre più spesso svilito nel suo significato primo, propone un vero e proprio metodo che scopre la causa profonda di ogni sintomo e di ogni modo di essere e ti conduce all’armonia di corpo e mente.
Da una parte il ristorante, elegante, di tradizione, di impatto, ancora una volta per la scelta degli arredi e dei dettagli, per quel sipario che si alza in un momento qualsiasi della serata e che ti fa vedere la brigata di chef di cucina; dall’altra 1400 mq di benessere su due piani progettati niente meno che da Ettore Mocchetti, il direttore di AD Italia.
Tutto questo e molto altro è l’Albereta, a Erbusco. Un puntino lontano perso sulle colline di Franciacorta.

 

 

 

 

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