Da non perdere anche i numerosi musei, quali il Museo dell´Uomo Dominicano con una ricca collezione di arte precolombiana, il Museo di Arte Moderna, il Museo Nazionale di Storia e Geografia, il Museo di Storia Naturale, il Museo della Porcellana e le Gallerie d’Arte Contemporanea. Per una pausa rilassante tra una tappa e l’altra si consiglia il Jardín Botánico Nacional, un’oasi verde in città, che con la sua vegetazione tropicale rigogliosa e i suoi 2 km di estensione rappresenta il giardino più grande e meglio conservato dei Caraibi.
Da scoprire anche la zona di Santa Barbara, un quartiere ai margini della zona coloniale diventato famoso grazie ai i suoi graffiti. Il modo più originale per girare questa parte della città è il trikke, una sorta di monopattino elettrico o a propulsione muscolare ideale per muoversi agilmente mentre si osservano le opere di street art.
Un tour all’insegna del gusto è la Kah Kow Experience, ideale per conoscere le origini del cioccolato e le varie fasi della produzione di questo prodotto amato da grandi e piccini di tutto il mondo. L’esperienza si conclude nella Sensory Room, dove il potere del cacao riesce a risvegliare tutti e cinque i sensi. Infine, per chi volesse, vengono organizzati corsi di cucina per realizzare tavolette di tutti i tipi e laboratori per la produzione di saponi e creme a base di cacao.
Un’altra tappa d’obbligo è al Museo del Ron y la Caña, un edificio del XVI secolo, interamente dedicato al rum e alla canna da zucchero, due prodotti importantissimi per il Paese, esportati in tutto il mondo. La storia e le varie fasi della produzione di queste ricchezze enogastronomiche della Repubblica Dominicana vengono raccontate attraverso fotografie dei “Roneros” (i produttori di rum) e la voce degli esperti. Al termine del percorso, chi lo desidera può assaggiare ed eventualmente acquistare le diverse varietà di distillato prodotte in loco, tra cui il Bermúdez, il Brugal, il Barceló, il Siboney e il Macorix.
A cena, un indirizzo da non perdere è il Buche’ Perico, dove lo chef propone piatti rivisitati della tradizione dominicana, come i bollitos de yuca (palline di yucca fritte in padella ripiene di formaggio accompagnate da crema di cocco e chutney di ananas), el chivo criollo (capra cucinata alla creola servita con patate americane e cipolla) e, per dolce, una versione moderna delmajarete, una sorta di budino, fatto con farina di mais, latte di cocco, zucchero, cannella e vaniglia con sciroppo di uva passa. Per chi vuole optare per qualcosa di più leggero, il Time dello chef Saverio Stassi propone una cucina vegetariana invitante che enfatizza i prodotti biologici del territorio. Altri locali frequentati dall’élite dominicana, sono il Bar Lucia203, dove si balla musica latina, e la Casa de Teatrocon un calendario ricco di spettacoli, concerti ed eventi per tutti i gusti. Infine, dopo un’immersione nella night life di Santo Domingo, ci si riposa in hotel di lusso dal fascino coloniale, come le residenze della Casas del XVI o l’Hodelpa Nicolas De Ovando, entrambi ospitati in edifici del Cinquecento nel cuore della città coloniale.
|
|
No comment yet, add your voice below!